giovedì 1 ottobre 2009
La soluzione definitiva: chiudere il buco.
giovedì 24 settembre 2009
Del maiale non si butta via niente. Mai.
venerdì 18 settembre 2009
Ricette scorrette.
sabato 12 settembre 2009
L'estetica.
mercoledì 9 settembre 2009
Lo dice Jane. Cosa ne pensa Tarzan?
domenica 6 settembre 2009
I disturbi alimentari. Ovvero quando il peso è un problema.
Intermezzo d'altri tempi.
mercoledì 2 settembre 2009
Ritorno da lei.
martedì 1 settembre 2009
Qualcuno dovrà pensarci.
TORINO - Nostalgia canaglia. A portare sulle tavole italiane nacho, tacos, tortillas, chili con carne e poi cous cous, spaghetti di riso e germogli di soia sono soprattutto “le emozioni vissute in un viaggio”. “Il cibo - dice Paolo Gramigni, consulente di Slow Food- è parte importante di queste emozioni. Vuoi rievocarle e riviverle assieme agli amici. E allora cerchi gli ingredienti giusti e ti metti ai fornelli”. Un tempo, per ricordare un viaggio, c’erano le diapositive. Ora ci sono le cene a base di chuno (patate secche delle Ande) o machoiron, pesce lucertola della Thailandia. Come frutto il pomelo, che sembra un pompelmo gigante, arrivato dalla Cina. Sono tre le strade che portano nel nostro stomaco i cibi di tutto il mondo: i fast food con kebab, falafel e altro che, a dispetto dell’ordinanza di Lucca, hanno occupato tutti i centri storici; i ristoranti etnici, riforniti dai negozi aperti da immigrati per gli altri immigrati e infine le confezioni “industriali” di cibi esotici che l’italiano, pagando caro, acquista nei super e negli ipermercati della grande distribuzione. Strade diverse che difficilmente si incontrano ma che hanno già portato un risultato: basta cercare e si trova di tutto, anche l’umido di lumache della foresta africana o la gallina affumicata in Vietnam e portata in Italia via Francia.
(Dal cous cous al kebab: quando la tavola parla straniero di J. Merletti. La Repubblica, 10 febbraio 2009)
Incomincio.
Mi manca poco, poco, poco alla fine dei miei studi. In pratica la tesi e poi diverrò Dottoressa (Magistrale) in Disegno Industriale, indirizzo Product Service System. Non nego che questi ultimi due anni di Specialistica siano stati un pò difficilini, pesanti o quel che volete (sarà che era tutto in inglese, sarà che comunque era LA specialistica), ma tutto sommato sono stati una bella esperienza. Ho imparato l’inglese prima di tutto, che non è male, qualche parola di cinese, conosciuto compagni da tutto il mondo e, forse, grazie a questi compagni ho imparato che il design che c’è in Italia è il design che c’era 60 anni fa e che da lì non s’è mai mosso. Come se il design italiano fosse stato messo in un bel sacchetto Cuki Gelo e sbattuto nel congelatore. Qualcuno potrà obiettare.
Bene, mi hanno accompagnato in questi due anni svariate cose: la musica, Milano, nello specifico la Bovisa e la spiegazione di Product Service System.
Adesso manca solo la tesi. E siccome tratterà di un argomento che, spero, possa interessare un pò a tutti ho deciso di aprire questo blog e condividere notizie, articoli, fotografie, tutto quello che ritengo/ritenete interessante. Le parole chiave della mia tesi sono: cibo, immigrazione e contaminazione tra i popoli.
Mi piacerebbe mandare un segnale, come quelli che si mandano agli extraterrestri, a cui qualcuno possa rispondere.
Voilà.